Ampliata la platea dei beneficiari dell'incentivo "Resto al Sud"
Con il decreto n. 134 del 5 agosto 2019, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 23 novembre 2019 e in vigore da giorno 8 dicembre, è stata ampliata la platea di beneficiari dell’incentivo noto come “Resto al Sud“, agevolazione che mira a sostenere la nascita di nuove attività imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno.
L’accesso alle agevolazioni sarà ora consentito anche ai soggetti che svolgono attività libero-professionale e fino a 45 anni di età.
L’incentivo è diretto a sostenere la nascita di nuove imprese nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Le richieste di agevolazioni possono essere presentate da soggetti:
- residenti nelle predette regioni ovvero che vi trasferiscono la residenza entro 60 giorni (120 se residenti all’estero) dall’esito positivo dell’istruttoria;
- che non siano già titolari di altra attività di impresa attiva alla data del 21.06. 2017;
- che non risultino già beneficiari di altre agevolazioni nazionali per l’auto-imprenditorialità nell’ ultimo triennio;
- che non abbiano in corso un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
L’incentivo, introdotto nel 2017 per aspiranti imprenditori fino a 35 anni di età, è stato ampliato dalla manovra 2019 (comma 601 legge 145/2019), che lo ha esteso ai liberi professionisti e ha alzato l’età massima a 45 anni.
Questa modifica è stata poi recepita dal DPCM 13 dello scorso 5 agosto, finalmente pubblicato in Gazzetta con entrata in vigore 8 dicembre 2019.
Le forme giuridiche ammesse sono: impresa individuale o società (comprese le cooperative e le società fra professionisti).
Per le attività libero-professionali svolte in forma individuale è richiesta unicamente la partita IVA nonché, laddove prevista, l’iscrizione agli ordini professionali.
Anche nel caso delle Partite IVA deve trattarsi di una nuova attività. Non possono infatti presentare domanda di agevolazione coloro che nei 12 mesi precedenti avevano già una partita IVA relativa ad un’attività analoga a quella per cui si chiede l’agevolazione.
La regola prevede che il codice ATECO non possa essere identico, fino alla terza cifra di classificazione delle attività economiche, a quello corrispondente all’attività di agevolazione.
Nel caso in cui l’impresa abbia diversi soci, non devono essere tutti under 45, ma gli eventuali soci che hanno un’età maggiore non possono superare un terzo della compagine societaria e non essere parenti di nessuno degli altri soci (fino al quarto grado di parentela).
Il finanziamento copre il 100% delle spese ammissibili e consiste in un contributo a fondo perduto pari al 35% dell’investimento complessivo e in un finanziamento bancario pari al 65% dell’investimento complessivo,garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi del finanziamento sono interamente coperti da un contributo in conto interessi.
L’incentivo può arrivare fino a 50mila per un soggetto individuale e fino a 200mila euro per una società.
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